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giovedì 22 luglio 2010

ALEA IACTA EST - IL DADO E' TRATTO

Questo è il primo post che ho scritto e che voglio inserire e rendere pubblico e che riporta nel suo contesto considerazioni di carattere non specifico, ma che offre un'idea di come desidero fortemente esprimere le mie opinioni. Lo inserisco per intero
Non sarà una passeggiata lo so, ma non posso più aspettare ad esprimere per scritto il mio punto di vista sulle cose che osservo e che vivo direttamente.
Sono mesi e mesi che titubo, che rimando, che dico di no a me stesso ripetendomi “Ma chi te lo fa fare? Che vantaggi ritieni di avere? Pensa ai tuoi problemi, che ne hai! ” .
Poi il cuore e - per citare Oriana Fallaci – l’orgoglio e la rabbia hanno avuto il sopravvento.
Cosa sta accadendo?
Ma ci rendiamo conto noi villesi (o colognori o bovegli o botticinari, tutti insomma!) di come il nostro Comune – inteso come soggetto territoriale - sia precipitato nella più totale anarchia?
E’ un dato di fatto - anche la sociologia e l’antropologia insegnano - che là dove si viene a creare un “vuoto di potere” di qualunque genere si tratti, è proprio lì in quello spazio lasciato trascurato, dove si insinua la mala pianta che prospera e abbonda soprattutto dove regna l’ignoranza.
Questo avviene ovunque nel mondo, ma noi italiani ci siamo più avvezzi di molti altri. E pur sentendo campanelle di allarme, refoli di odori malsani, è un fatto che si ripete (che forse ci piace).
I mediocri, gli incapaci cresciuti alle “mammelle della vendetta e della ripicca” riprendono pigolo, si rifanno vivi con la loro secca e inutile prosopopea, proprio in questi momenti di crisi e di grande disagio.
E noi, popolo di villa, stiamo assistendo ad un vero e proprio momento di “vuoto di potere”.
Dov’é l’Amministrazione Comunale? E come manifesta la sua imprescindibile presenza?
Voglio sfatare subito dubbi, illazioni e obiezioni - che mi auguro ci saranno e spero numerose - sul perché mi sono messo a scrivere e ripeto ad esprimere il mio pensiero, il mio stato d’animo, e il mio punto di vista.
Anche io, nei momenti di riflessione e di ponderazione sul da farsi, mi sono chiesto il perché : “protagonismo? opportunismo? mania di grandezza? antagonismo? gelosia e invidia? vantaggi pratici, soldi, lavoro … ? “
La risposta a tutti questi interrogativi e no!
A prescindere dal fatto che per me è una questione di coscienza, la mia aspirazione è quella di diventare la voce e la penna di chi non può, non vuole, non ha la forza o il coraggio di manifestare le proprie opinioni; e questo al di sopra del mio e dell’altrui ideale politico e delle credenze religiose.
Esprimerò le mie considerazioni tenendo presenti alcuni atteggiamenti:
• toni bassi, ma forti indicazioni
• scriverò di cose o fatti che ho personalmente appurato
• parlerò solo di fatti, persone o cose di esclusivo interesse pubblico
• non cadrò nel personalismo, ma difenderò le mie opinioni
• sarò pragmatico, ma non perderò di vista l’aspetto umano, il sentimento
• umiltà, ma intransigenza
• starò al di sopra delle illazioni e pettegolezzi

Ora, nel momento in cui ho riletto ciò che è scaturito dalla mia testa, mi rendo conto di essere stato anche lungo - prolisso come si dovrebbe dire, ma badate bene a scuola ho sempre avuto voti appena sufficienti – e forse il risultato è più un “testamento politico” (rabbrividisco solo al pensiero) che l’espressione sincera di alcune idee che voglio finalmente mettere in pratica.
Un grazie a chi mi ha letto o mi leggerà.
Antonio Giocondo Pasquini

Villa Basilica, 21/luglio/2010